Nell’anno 283 d.C. un romano, l’imperatore Diocleziano, emana un editto per la persecuzione dei cristiani in un momento di grande fervore religioso che fa di una giovane siracusana una martire dell’epoca.
Il suo nome è Lucia.
Suo padre è morto troppo presto, rimasta orfana in giovane età, quindi è cresciuta da sua madre, di nome Eutichia.
La madre si ammala di una malattia incurabile e, insieme alla figlia Lucia, decide di pregare e di compiere un pellegrinaggio alla tomba di Sant’Agata, situata nella città di Catania.
Mentre Lucia pregava per la guarigione della madre, ebbe una visione, Sant’Agata annuncia che potrà aiutare la madre a guarire e che un giorno sarà la patrona di Siracusa.
Ritornata a Siracusa, Eutichia è guarita; in quel momento Lucia prende la decisione di dedicare tutta la sua vita al Signore, per servire Dio.
Perseguitata durante la persecuzione dei cristiani, Lucia viene condannata e al momento della sua decapitazione, proprio mentre si inginocchia per l’esecuzione, capita che i carnefici decidano di toglierle gli occhi. Nella leggenda non si sa se li rimuovono i carnefici o è lei stessa a compiere l’atto; da lì deriva la devozione popolare siracusana e siciliana, invocandola come protettrice della vista.
Oggi, nel mondo cattolico, è una delle sante più amate, care e venerate. Il popolo siracusano e siciliano la invocano come protettrice della vista. È la patrona di Siracusa.
I luoghi di culto della Santa
La Cattedrale, in cui si trova la statua della Santa Patrona che viene “uscita” il 13 Dicembre, giorno a Lei dedicato, per essere portata in spalle, durante la processione, fino alla sua chiesa, alla Borgata: il Santuario di Santa Lucia al Sepolcro.
La Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, edificata nel quartiere la Borgata, luogo in cui avvenne il martirio della Santa.
La Chiesa di Santa Lucia alla Badia, in Piazza Duomo; stile tardo barocco siciliano, custodisce al suo interno un’opera di grande pregio: Il Seppellimento di Santa Lucia, tesoro artistico del pittore Caravaggio.