L’arancino è una specialità della cucina siciliana. Si tratta di una palla o di un cono di riso impanato e fritto del diametro di 8-10 cm , farcito generalmente con ragù, piselli e caciocavallo, oppure dadini di prosciutto cotto e mozzarella. Il nome deriva dalla forma originale e dal colore dorato tipico che ricordano un’arancia.
Storia
Nella Sicilia orientale gli arancini hanno più spesso una forma conica, mentre nella parte occidentale viene detta arancina e ha una forma rotonda. Secondo lo scrittore Gaetano Basile questa pietanza dovrebbe essere indicata al femminile in quanto deriverebbe dal frutto dell’arancia che in lingua italiana è al femminile; mentre il palermitano Giuseppe Biundi testimonia invece che in Siciliano arancia viene detta“aranciu”e quindi il termine deriverebbe dal siciliano arancinu. L’origine di questo piatto è sicuramente saracena :infatti è una tradizione araba quella di mangiare il riso allo zafferano condito con carne e piselli. Mentre l’impanatura e la frittura risalgono alla corte di Federico II, infatti l’esterno croccante assicurava una buona conservazione del riso e del condimento all’interno e permetteva così il trasporto durante le battute di caccia e i viaggi.
Una documentazione di Biundi testimonia di un dolce di riso a forma di melarancia, questo dato può indurre a credere che l’arancino nascesse come dolce (cuccia) presumibilmente durante la festività in onore di Santa Lucia e solo in seguito divenisse una pietanza salata.
Tradizione
È tradizione palermitana festeggiare il giorno di Santa Lucia in cui ci si astiene dal consumare cibi a base di farina mangiando arancini e cuccìa. Anche a Siracusa per i festeggiamenti della patrona Santa Lucia si preparano e in tanti luoghi della Sicilia si organizzano numerose sagre con questo piatto tipico, in alcuni posti con varianti, le più note sono quelle con pistacchio, frutti di mare e funghi porcini.